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Silvana Carotenuto

Silvana Carotenuto è Professore Associato presso l’Università di Napoli “L’Orientale” dove insegna Letteratura Contemporanea di Lingua Inglese. I suoi campi d’interesse sono: la decostruzione, l’écriture feminine, gli studi culturali, postcoloniali e visuali. Ha tradotto in italiano Tre passi sulla scala della scrittura (Bulzoni, 2000) di Hèlene Cxious; il suo ultimo libro è dedicato a La lingua di Cleopatra. Traduzioni e sopravvivenze decostruttive (Marietti, 2009). Nel 2012, ha curato “Impossible Derrida. Works of Invention” (special issue) darkmatter vol. 8, dove ha pubblicato “Deriddean Cinders/ Sacred Holocausts”. Recentemente si è occupata di esilio, con un seminario internazionale offerto all’ISEA-Istanbul (2011), e quindi nella cura della rivista Anglistica – Issue 17 1 (2013), dedicata a “Writing Exile: Women, the Arts, and Technologies”. In pubblicazione sono la cura, con R. Jambresic Kirin e B. Prienda, di A Feminist Critique of Knowledge Production (UPress, 2014), che pubblica il suo “Photographic Difference: the ‘Only Side of Life’, e ‘Go Wonder’: Plasticity, Dissemination and (the Mirage of) Revolution” in B. Bhandar e and J. Goldeberg-Hiller (eds.), Plastic Materialities: Politics, Legality, and Metamorphosis in the Work of Catherine Malabou, Duke University Press, USA (forthcoming 2014-15).


Beatrice Ferrara

Beatrice Ferrara è una ricercatrice indipendente. I suoi principali interessi di ricerca includono le culture sonore e le cyber-culture della diaspora africana; gli studi sulla razza e la (post-)rappresentazione; la teoria dei media in prospettiva post-coloniale; le pratiche archivistiche e museali in contesti di migrazione globale. Nel 2014-15 è stata Affiliated Fellow (a titolo onorario) presso l’ICI di Berlino. Dal 2012 al 2014 è stata ricercatrice a contratto e Project Assistant presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, nell’ambito del progetto europeo “MeLa* – European Museums in an Age of Migrations” (FP7). Presso questo stesso ateneo ha anche insegnato Studi Culturali e Media. Nel 2009 è stata Visiting Doctoral Fellow presso Goldsmiths University of London, come vincitrice di borsa di residenza per ricercatori nell’ambito del un progetto europeo “ATACD – A Topological Approach to Cultural Dynamics” (FP6).  Autrice di pubblicazioni in volumi e riviste internazionali, è curatrice di Cultural Memory, Migrating Modernities and Museum Practices (2012) e co-curatrice di Postcolonial Matters (in corso di stampa). Collabora come Board Member con le riviste Critical Contemporary Culture Journal e de genere e come Editor con il progetto OLH Open Library of Humanities.


Celeste Ianniciello

Dottoressa di ricerca in studi culturali e postcoloniali del mondo anglofono (Università di Napoli “L’Orientale”), membro del Centro di Studi Postcoloniali e di Genere (Università di Napoli “L’Orientale”), ricercatrice nel progetto europeo MeLa, focalizzato sul ripensamento del “museo” e dei vari dispositivi di archivio, alla luce dei processi di migrazione. I suoi ambiti di ricerca sono gli studi culturali, i visual culture studies, l’arte postcoloniale, l’arte e la teoria femminista, l’etica e l’estetica del “confine”, soprattutto nell’area mediterranea. Ha curato il volume, The Postcolonial Museum: The Arts of Memory and the Pressures of History, edito da Ashgate (2014).


Annalisa Piccirillo

Annalisa Piccirillo ha conseguito il Dottorato di ricerca in “Studi Culturali e Postcoloniali del Mondo anglofono” nel 2012 con una tesi dal titolo “Coreografie disseminate: ‘corpi-archivio’ della danza femminile”. È borsista presso il Dip. di Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, dove lavora al progetto “Nuove pratiche di memoria: matriarchivi del Mediterraneo”. Nella sua ricerca predilige la critica di genere e l’approccio decostruzionista per esplorare l’intersezione teorica-creativa tra studi culturali e linguaggi performativi, ha pubblicato diversi saggi e articoli su riviste nazionali e internazionali. È membro del gruppo internazionale “Choreography and Corporeality Working Group” (IFTR); ed è cultrice della materia nel settore L-LIN/10.


Roberta Colavecchio

Roberta Colavecchio è ricercatrice presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. La sua formazione accademica e gli interessi di ricerca si collocano specificamente nel campo della teoria dei nuovi media (cultura cibernetica, società della rete, digital humanities) e nella sua intersezione con la prospettiva transdisciplinare degli studi culturali e postcoloniali (razza, classe, genere, sessualità). Da questa doppia prospettiva, la sua ricerca si indirizza allo studio dei processi culturali contemporanei, problematizzando i temi della differenza, della migrazione, della mobility, della globalizzazione, investigati attraverso l’arte e l’est-etica del contemporaneo. La sua ricerca più recente si inserisce nell’ambito del controverso dibattito sul Nuovo Materialismo, cui contribuisce con una specifica attenzione ai temi della natura e dell’ecologia in relazione alla new media art contemporanea. Collabora alla rivista italiana EQUIPèCO (trimestrale di ricerca artistica e culturale), per la quale cura la sezione Technoculture. Partecipa occasionalmente a eventi e progetti artistici nel territorio napoletano, in veste di assistente, collaboratrice e/o curatrice.


Manuela Esposito

Manuela Esposito è Dottore di ricerca in “Studi culturali e postcoloniali del mondo anglofono” presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, con una tesi dedicata a “Paesaggi ‘elementari’. Nature scritturali della diaspora femminile contemporanea”. L’interesse di questa tesi è la connessione tra il pensiero della Natura di Baruch Spinoza e la scrittura dell’esperienza della diaspora femminile nei Caraibi, in particolare nella lettura delle opere di Helen Oyeyemi, di Elizabeth Nunez, di M.E. John e di Andrea Levy. Ha pubblicatoIs It Possible to Archive Nature? Practices of Feminine Memory” (Estetica, 2012), and “Tales of Transit: Andrea Levy, Roshini Kempadoo and Julie Otsuka” (Anglistica 2013).

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